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pochi colori. casualmente. disordinatamente distesi. lambendosi.
penetrandosi quasi.
anonima tavolozza di un pittore.
e nella mente quei tratti imperfetti prendono l'immaginaria forma
di una maschera.
sugli occhi - rosso, cupo quasi nero – il colore della benda che copriva lo sguardo di èdipo,
o il logoro sipario di un piccolo teatro.
azzurro che sa di infinito traccia un’immobile smorfia.
sorriso. urlo. dolore. solo echi di voci.
verde d’acqua marina cinge in un abbraccio incompleto.
lievissimo tendere alla compiutezza di un atto.
ed è ritmico pulsare, nei toni dell’oro, una passione senza genesi. senza fine.
si ricompongono su una tela, le tinte distratte del pittore.
da un’immaginifica maschera, sfumature come fili ordiscono trame sottili.
e si snodano poi tra le pareti delle Officine Teatrali. |
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