il laboratorio la didattica i corsi la struttura la stagione direzione artistica info
 
eventi


"la favola dei saltimbanchi" di m.ende
regia ed adattamento scenico di nini ferrara

E’ un racconto fantastico ed una storia d’amore semplice.
Non altro, la
“Favola dei Saltimbanchi” di Michael Ende,
autore tra i più autorevoli
- sua è la “Storia Infinita” che ha anche segnato un grandissimo successo cinematografico, oltre che letterario -
con i suoi oltre cinque milioni di libri
tradotti e venduti in oltre venticinque Paesi.
Apparentemente, “non altro”.
In realtà è un immaginifico viaggio
lungo quella sottile linea di confine
che separa il bene dal male,
l’amore dalla libertà,
la solidarietà dalla necessità individuale di sopravvivenza,
l’età della fanciullezza dall’improvviso incontro scontro
con un mondo adulto che sa essere privo d’ogni regola
pur di soddisfare - cinico - ogni proprio egoismo.
Il pretesto è la storia di una bambina
che deve “opportunamente”
essere allontanata da un gruppo di comici,
nell’imminenza di un ingaggio per reclamizzare
i prodotti di una struttura chimica industriale
che tre anni prima aveva provocato un disastro ambientale
di cui proprio quella bambina era stata vittima
e dal quale era stata tratta in salvo da quegli stessi comici.
E la bambina mai potrebbe essere immagine di quel progresso
di cui quell’industria ambisce essere latore.
La notte cala.
I comici dovranno decidere entro la mattina successiva
se abbandonare la piccola Eli in una sorta di centro di recupero
e accettare quella che sembra essere l’ultima opportunità
per continuare ad essere quel “carrozzone di circo”
da anni spinto avanti a fatica
e ormai troppo pesante per percorrere
alcun sentiero ancora.
O viceversa abbandonarsi all’ineluttabilità del loro tramonto.
Eli si addormenta tra le braccia di Jojo, il clown.
e sogna.
E la realtà tutta veste gli infiniti colori
di un onirico che è metafora delle ore appena trascorse.
Un sogno dove affiorano le delicate “immagini riflesse”,
sorte a protezione dell’innocenza della principessa Eli,
e si rivelano le spire di Angramain,
cui unica ambizione è catturare quel “Regno di Domani”
ove è re Joan
e dove ogni uomo vive nella più assoluta libertà,
giudice ognuno di se stesso.
All’alba del sogno, Angramain sarà soppresso
dalla sua stessa ingordigia;
al mattino del nuovo giorno,
i comici troveranno in quella stessa proposta disgregante
i motivi per essere ancora “uno”
con la medesima intatta dignità degli anni passati:
di quelli felici.
Una favola semplice. Una storia d’amore.
Ma pregna di significati e di un significare
che la rendono sorprendentemente attuale.

In forma di metafora tornano argomenti che quotidianamente tracimano dalle pagine dei giornali
e che direttamente investono le più giovani
e più esposte generazioni: la salvaguardia del lavoro; 
l’arroganza, così simile a tanti episodi di bullismo;
la tolleranza ed il rispetto verso chi è portatore di disagi fisici che lo rendono più debole;
la necessità di sapersi donare;
l’impossibilità per l’uomo di chiudersi agli altri
e di assurgere  ad impossibile “isola”;
la tutela dell’ambiente quale tutela prima dell’uomo.
Di enorme rilevanza letteraria e pedagogica
è poi la “struttura” in cui si articola il testo di Ende,
ove la realtà dei comici è legata ad una scrittura in prosa,
che si abbandona poi al “verso”
attraverso il si narra e prende vita il sogno.

La Regia di Nini Ferrara,
autore e drammaturgo anche egli,
si muove con estrema leggerezza,
bandendo qualsiasi didascalismo
e restituendo al pubblico
tutti quegli stimoli perché ogni spettatore,
costruendo intimamente la propria favola,
possa realmente vivere il teatro
come un momento di vera, libera creatività.
Come in ogni favola, anche la “Favola dei Saltimbanchi”
potrebbe avere mille morali da proporre.
Non crediamo sia questo il nostro lavoro.
Tutt’altro.
Desideriamo che dal palcoscenico
giungano alla platea quelle mille domande
 - forse una soltanto - 
cui ognuno dovrà rispondere.
A se stesso, per primo.
E forse così contribuire a formare,
in simbiosi con la didattica scolastica,
un uomo che domani possa essere
migliore di questo nostro qualsiasi “oggi”.

riteniamo infine giusto e meritorio, sottolineare
che lo spettacolo è interpretato,
accanto a doriano rautnik e teresa luongo,
dagli allievi della masterclass /teatro avanzato 2009.2010
di officine teatrali proiettando così
la nostra struttura verso quell'idea di campus
che conduca gli allievi al continuo confronto
con il pubblico.

 



vai a "teatro avanzato"
 
back to eventi

 

 

 

 

 

 






Personaggi ed Interpreti

I Comici

 

La Favola

Eli

Martina Dini

La principessa Eli

Jojo

Matteo Quinzi

Il principe Joan

Jussuf

Doriano Rautnik

Il Matto

Pippo

Giovanni Bonacci

Kalophain

Lola

Teresa Luongo

Smeralda

Bux

Paolo Russo

Angramain

Ottokar, il pupazzo

Roberto Repele

Il Ministro del Matrimonio

Willem

Guido Cutruzzulà

Regia ed Adattamento Scenico
Nini Ferrara

Musica
Laura Inserra

Aiuto Regia
Luisella Pescatori

L’opera in locandina “Il Pagliaccio non volle ridere” è del
M° Antonio Fumo

 

 
  ©2004 - 2007 Officine Teatrali - credits